Quanto costa un e-commerce nel 2022

Quanto costa realizzare un e-commerce

Quanto costa un e-commerce nel 2022

Iniziamo a sfatare un mito: qualunque cifra può essere eccessiva o troppo bassa. Dipende dalle funzionalità, dalla grafica, da quanta “consulenza” ti offre chi realizza il tuo progetto di e-commerce.

 

Ma prima di buttarti nel tuo progetto vincente di commercio elettronico, e non per spaventarti, voglio farti presente gli adempimenti e le criticità che devi considerare per non gettare al vento la tua idea e tutti i tuoi sforzi.

Partiamo dalle cose cui prestare attenzione prima

Uno shop on-line è sottoposto alle medesime regole di un negozio fisico.

Però nel caso del commercio elettronico, non c’è di che spaventarso, in quanto le pratiche burocratiche sono molto più snelle rispetto al caso di un negozio fisico.

 

L’e-commerce è infatti regolamentato dalla Direttiva 2000/31/CE che stabilisce la possibilità di aprire un negozio on-line senza autorizzazioni preventive.

 

Ma iniziamo a vedere cosa si intende per e-commerce.
Per commercio elettronico diretto si intende la vendita tramite i mezzi elettronici (marketplace, social networks, piattaforme di vendita online).

Il commercio elettronico diretto si differenzia da quello indiretto per il fatto che utilizza i servizi internet come intermediari per la vendita dei prodotti.

 

Per aprire il tuo sito e-commerce sarà necessario provvedere a:

  • comunicare l’apertura all’agenzia delle Entrate e all’INPS;
  • presentare la SCIA allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune in cui si registra l’attività;
  • iscriversi alla Camera di Commercio;
  • se oltre all’Italia, intendi vendere anche in altri paesi dell’Unione Europea, dovrai iscriverti nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System).

 

Per iniziare la tua attività di conseguenza, i costi relativi alle pratiche burocratiche comprendono i diritti di segreteria al Comune, la SCIA, l’apertura della partita IVA e il diritto annuale alla Camera di Commercio.

A questi costi però, dovrai aggiungere quelli per Professionisti come il notaio, il commercialista e  un consulente per la Privacy; tutte figure fondamentali affinché la tua società rispetti la normativa vigente.

Ora sei a posto dal punto di vista burocratico: andiamo al passo 2

Troppo spesso vengono sottovalutati aspetti fondamentali nel definire il successo o meno di un e-commerce, come la logistica, la scalabilità, la gestione amministrativa.

Vediamoli un po’ più nel dettaglio.

 

 

La logistica di un e-commerce e le spedizioni
Sovente non si considera la questione del magazzino in cui stockare i prodotti che andremo a vendere e la gestione delle spedizioni agli Utenti che acquisteranno i nostri prodotti.

 

La tempistica è fondamentale: consideriamo sempre che stiamo vendendo un oggetto che non può essere valutato fisicamente dal compratore e che la propensione all’acquisto, il più delle volte, è data dall’aspetto emozionale che fa desiderare quell’oggetto; e lo fa desiderare subito!

 

Quindi ogni giorno in più per la consegna di un acquisto è un deterrente al completamento di un ordine.

Allo stesso modo, una cosa che tende ad allontanare gli acquirenti è l’assenza della Consegna gratuita.

 

 

La gestione amministrativa

Scontrino o fattura? Questa è la domanda iniziale.

 

Se, ad esempio, il tuo e-commerce è quello di un negozio che consegna con mezzi propri può essere sufficiente lo scontrino.

Se viceversa non hai il registratore di cassa, sei obbligato ad emettere fattura (elettronica magari) anche in caso di privati.

 

 

Devi quindi considerare il tempo e l’eventuale personale che dovrai destinare a queste mansioni con relativi costi.

 

E non dimentare il DDT, ovvero il Documento di Trasporto e la richiesta di presa all’eventuale corriere.

 

 

I resi: garanzia per i Consumatori, ma rischio per la tua impresa

Il commercio on-line è equiparato alla vendita per corrispondenza e regolamentato allo stesso modo.

 

 

Tralasciando ogni considerazione se sia o meno corretta questa impostazione, rimane il fatto che – anche senza alcuna motivazione – chi ha acquistato il tuo prodotto può richiederne il rimborso a fronte della sua restituzione, al netto delle spese di trasporto necessarie.

Sfortunatamente le tempistiche previste dalla legge per la richiesta di rimborso e la restituzione da parte del Cliente possono causare delle situazioni spiacevoli.

 

Non mi voglio dilungare qui su questo aspetto, ma il rischio resi dovrebbe comportare attente riflessioni sulla gestione degli incassi mediante i vari getaway di pagamento (altra voce su cui conto di scrivere un nuovo articolo a breve).

 

 

La scalabilità, questa sconosciuta!

Chi si lancerebbe in un’iniziativa imprenditoriale sperando di non avere risultati eccezionali? Nessuno ovviamente!

 

 

Ma non considerare cosa potrebbe succedere se il nostro progetto ottenesse pefino più successo di quando ci aspettiamo, rischierebbe di metterci nella paradossale situazione di augurarci di avere qualche ordine in meno!!!

 

 

Per questa ragione considerare sin dall’inizio la possibilità e le strade per “scalare” il nostro progetto un domani, ci consentirà di non trovarci a dover chiudere per eccesso di ordini.

Quanto costa un e-commerce

Eccoci finalmente al nocciolo della questione: quanto costa un e-commerce?

Una volta stabiliti i costi per i professionisti di cui abbiamo bisogno (notaio, commercialista, consulente Privacy, eventuale avvocato, ecc.) e le spese burocratiche, rimane da considerare la voce di spesa relativa alla piattaforma per sapere quanto costa un e-commerce.

 

 

Sito proprietario o Marketplaces?

Tanto per iniziare, perché una escluderebbe l’altra?

 

 

Un sito di riferimento sarebbe comunque fortemente consigliato per quanto concerne il branding e la possibilità di “conoscerci” da parte degli Utenti, quindi perchè non approfittarne?

 

I marketplaces hanno il vantaggio di convogliare moltissimi visitatori, molti più di quanti potrebbe sicuramente farne il nostro sito web; però sarei “vicinissimo” ai miei concorrenti, che magari vendono il mio stesso prodotto, senza possibilità di differenziarmi (nemmeno graficamente) se non mediante il prezzo. 

 

Il che implica giocare al ribasso e, considerando le commissioni che si trattengono i marketplaces, il più delle volte significa vendere in perdida.

 

 

Sì, okay, ma quanto costa un sito e-commerce?


Difficilmente chi ci commissiona la realizzazione di un e-commerce ha idea di cosa bisogna considerare tecnicamente: dall’interfacciamento con il gestionale per il magazzino a quello con il software di contabilità, specifiche esigenze relative a uno o più prodotti piuttosto che per quanto concerne gli slot di spedizione (tipico esempio: se l’ordine arriva prima delle 18.00 la consegna avviene l’indomani, viceversa slitta di 24 ore; ma se non hai modo di spedire anche di domenica bisogna considerare anche questi ritardi).

 

 

Insomma, ci sono moltissime cose da valutare e considerare per formulare un prezzo preciso per un e-commerce.

 

 

E’ questa la ragione per la quale mi scappa sempre un sorriso amaro quando vedo chi promuove la realizzazione di un e-commerce ad un prezzo prefissato; e sovente anche troppo basso per poter offrire una soluzione minimamente valida.

Quanto costa un e-commerce

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